"Se vuoi costruire una nave, non richiamare prima di tutto gente che procuri legna, che prepari gli attrezzi, non distribuire compiti, non organizzare il lavoro. Prima, invece, sveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato." (Antoine De Saint Exupéry)
Endurance
10/06/2014

I 7 ELEMENTI BASE DA CONTROLLARE PER FARE INTERNATIONAL SEO

Quasi sempre i siti di aziende di medie e grandi dimensioni presentano versioni internazionali in più lingue o destinate a diversi paesi. Il posizionamento di questi siti presenta caratteristiche peculiari che vengono trattate dalla International SEO.

In questo articolo presentiamo i 7 fattori basilari per evitare di commettere errori nel posizionare questi siti e garantirne una efficace indicizzazione elaborati da Aleyda Solis, una nota consulente di Intenational SEO nell’articolo 7 Must-Check Factors when doing SEO for International Sites.

1. ccTLDs, SubDirectories e SubDomains

Il primo aspetto fondamentale nell’International SEO riguarda la scelta di posizionare il sito in base alla lingua (inglese, spagnolo, tedesco, etc.) oppure in base al paese (UK, US, Messico, Spagna, Germania, etc.).

Il targeting per paese o lingua deve essere implementato nella struttura dell’URI (Uniform Resource Identifier, il termine tecnicamente corretto per definire l’URL): nel caso di paese si può ricorrere a ccTLDs (Country Code Top Level Domain, ad esempio .us,. it, en, etc.), sub-directories o sub-domains; nel caso di lingua a sub-directories o sub-domains.

In ogni caso è importante evitare parametri nell’URLs, script e cookies per mostrare le varie versioni internazionali del sito che impediscono una corretta indicizzazione delle pagine.

Una volta che viene assunto un parametro di posizionamento è necessario adottarlo in maniera coerente e sistematica per le varie sezioni internazionali del sito.

Sotto tale profilo è importante avere una unica sub-directory, un unico sub-dominio o uno specifico ccTLD per ogni versione internazionale del sito ed usare questi in maniera costante, evitando di mescolare tra loro questi parametri di organizzazione.

Nei rari casi in cui ciò risulti necessario, ovvero quando un paese presenta differenti lingue, occorre mantenere la struttura quanto più semplice e coerente possibile.

2. Struttura dell’URI

Innanzitutto occorre inserire nell’URI termini descrittivi del sito nella lingua di riferimento; in secondo luogo è preferibile mantenere la struttura dell’URI semplice e breve, evitando inutili sottolivelli che ne aumentano lunghezza e complessità.

3. Scansione, Indicizzazione e Posizionamento organico

Occorre verificare che ogni versione internazionale del sito sia correttamente scansionata ed indicizzata dal crawler.

Ad esempio, è necessario accertare che non venga bloccata nessuna delle versioni basate su paese o lingua del sito a causa del file robots.txt, di script non indicizzabili, di cookie, o di un redirect automatico ad una sola sezione tramite tool come Screaming Frog o Google Webmaster Tools.

Inoltre si deve controllare che ciascuna sezione del sito sia correttamente posizionata tra i risultati di ricerca organica per la lingua o il paese target in relazione alle search queries della lingua corrispondente, nonché determinare il traffico e le landing pages per ciascuna versione internazionale del sito.

Anche in questo caso si può ricorrere a strumenti come Google Webmaster Tools, oltre che a Google Analytics e ad altri software come SEMRush.

In questo caso è importante accertarsi che, ad esempio, la versione argentina si posizioni correttamente nei risultati di ricerca organica argentini e che porti traffico proveniente dall’Argentina e non dal Messico (che dovrebbe essere attratto dalla versione messicana del caso):

Conclusione

Se le versioni internazionali del sito sono mostrate al target non corrispondente attirando visitatori non rilevanti che dovrebbero essere indirizzati verso altre versioni è necessario identificare quali sono le pagine che compaiono nel listato organico incongruente, verificarne il contenuto, le parole chiave per le quali si posizionano scorrettamente e risolvere il problema.

4. Tag Hreflang

Come abbiamo visto i siti internazionali sono indirizzati ad uno specifico paese o lingua e per fare questo impiegano il tag hreflang, il quale indica la lingua della pagina web con la sintassi <a hreflang="language_code">, in cui la lingua e il codice paese sono indicati da due lettere.

L’utilizzo inappropriato di questo attributo può determinare diversi errori, come l’uso di lingue e paesi non esistenti, il collegamento tra pagine relative a lingue e paesi differenti che creano problemi nel posizionamento delle varie versioni del sito.

Ad esempio, nello screenshot sottostante la versione principale americana del sito in lingua inglese è indicata con il codice paese “us”, e questo costituisce un errore perché al momento la sola menzione di quest’ultimo non è supportata; soltanto il codice lingua può essere indicata da solo o in aggiunta al codice paese.

Conclusione

Per creare in modo automatico questo tag può essere usato l’hreflang generator di Aleyda Solis e verificarne il corretto uso in ogni pagina tramite l’hreflang validator sviluppato da DejanSEO.

5. Targeting geografico

Un aspetto tanto elementare quanto importante e spesso inopinatamente trascurato è la corretta configurazione del targeting geografico in Google Webmaster Tools nel caso in cui l’URI sia strutturata tramite sub-directories o sub-domains e non attraverso ccTLDs per il paese target.

Conclusione

A volte, questa opzione non è settata o è impostata su un paese errato, quindi occorre ogni volta accertare che la configurazione sia stata eseguita correttamente, soprattutto nel caso in cui vengano riscontrati disallineamenti nei risultati di ricerca.

6. Contenuto delle pagine

Un altro elemento banale quanto trascurato è costituito dalla coerenza tra il contenuto delle pagine e la versione internazionale per la quale il sito è ottimizzato.

Osservando il sottostante screenshot si può chiaramente osservare che il menù è mostrato automaticamente in spagnolo mentre tutto il resto del contenuto della pagina è in inglese.

Questo ovviamente confonde l’utente, penalizza enormemente la qualità del sito e ne determina l’indicizzazione per la lingua inglese, mentre chiaramente la lingua di riferimento è lo spagnolo con rilevante danno ai fini del posizionamento.

Conclusione

Verificare sempre che il contenuto sia localizzato correttamente e mostrato a utenti crawler nello stesso modo e il contenuto localizzato in modo appropriato.

7. Linking interno

L’internal linking tra le varie pagine di un sito è una pratica corretta e migliora l’on-page SEO; tale principio si applica anche alle diverse versione di un sito internazionale e viene realizzata collegando tra loro le varie sezioni del sito.

Tale pratica, tuttavia, deve essere eseguita in maniera prudente nel caso in cui il sito internazionale non venga implementato tramite ccTLDs ma gTLDs (General Top Level Domains) perché agli occhi di Google un eccesso di cross-linking potrebbe apparire innaturale come spiega Matt Cutts in questo video

Potrebbe inoltre accadere che alcune versione internazionali del sito vengano penalizzate da Google e che l’internal linking determini la propalazione delle penalizzazione alle sezioni del sito che ne sono escluse.

Di conseguenza è necessario evitare un eccesso di cross-linking per minimizzare questo rischio e fare in modo allo stesso tempo che i crawler scansionino le varie sezioni del sito senza ricorrere in modo massivo al collegamento interno tra le pagine.

Conclusione

Per realizzare tale risultato è consigliabile collegare direttamente soltanto le maggiori versioni del sito e creare una pagina interna in cui sono elencate e linkate tra loro in modo da renderle agevolmente accessibili sia agli utenti sia ai bot.

Un’alternativa che garantisce una maggiore sicurezza è quella di mostrare la lista delle varie sezioni del sito attraverso un form che non possa essere scansionato dai crawler: in tal modo viene eliminato il cross-linking tra le varie parti che vengono scansionate dal bot soltanto dalla rispettive pagine principali.

Conclusioni

Anche se non siete specificatamente interessati all’International SEO ma avete necessità di posizionare siti di aziende di medie dimensioni indirizzati a più lingue o paesi questi 7 principi basilari costituiscono una vademecum semplice ed efficace:

1.      ccTLDs, SubDirectories e SubDomains

2.      Struttura dell’URI

3.      Scansione, Indicizzazione e Posizionamento organico

4.      Tag Hreflang

5.      Targeting geografico

6.      Contenuto delle pagine

7.      Linking interno

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